Dal Piemonte alla Sicilia, le tavole italiane del giorno di Natale sono percorse da un unico filo rosso, quello della tradizione. Pasta fatta in casa, minestre, verdure, carne o pesce: la famiglia riunita per il cenone della Vigilia e per il pranzo del 25 ama gustare i piatti di una volta, quelli che preparavano le nostre nonne e che si tramandano da madre in figlia.
Se Capodanno rappresenta per molti l’occasione per sperimentare pietanze nuove, il Natale da Nord a Sud della Penisola è legato alla memoria, al piacere di riscoprire ogni volta la storia gastronomica del nostro Paese e di farla conoscere ai più piccoli.
Anche se ogni regione ha un proprio menù, vari cibi, pur con qualche variante, sono consumati in diverse località. Ecco i dieci natalizi più diffusi nelle cucine del Bel Paese.
1 TORTELLINI IN BRODO... In Emilia Romagna, patria della pasta fatta in casa, a Natale non può mancare un buon piatto di tortellini con la classica sfoglia all’uovo, ripieni di carne (macinato di maiale e vitello), mortadella, prosciutto, uova, parmigiano, noce moscata e cotti in brodo di cappone. Con il nome di cappelletti, sono il piatto forte del 25 dicembre anche in Umbria, Marche, Toscana e Lazio
2 LASAGNE alla bolognese, con carne macinata e besciamella, alla napoletana, con ricotta, sugo, fior di latte e polpettine, la lasagna è un piatto che a Natale è scelto da numerose famiglie, in ogni angolo della Penisola
3MINESTRA MARITATA ... Il “matrimonio” tra carne e verdura è alla base di questo piatto, riporta una ricetta particolarmente ricca, a base di ossa di prosciutto, cappone, gallina, vitello, salsicce, piccole scarole, borragine, cicoria, broccoletti e verza.
Ancora oggi la minestra maritata è presente sulle tavole natalizie della Campania e della Calabria , qui con l’aggiunta dei fagioli, ma molto spesso seguendo procedimenti più leggeri di quello originale, scegliendo, ad esempio, soltanto carne di gallina e manzo ed escludendo le parti di scarto del maiale.
4 BACCALà...Principe delle tavole natalizie, il baccalà è consumato in numerose regioni nel cenone del 24 dicembre. È preparato in moltissimi modi: fritto in Lazio e Campania, in umido con pomodorini, olive nere, aglio e capperi, in Puglia lesso, in Basilicata con uvetta, origano, pinoli e noci in Molise, con la polenta in Veneto
5 ABBACCHIO...È il piatto forte della tavola romana nel giorno di Natale. L’abbacchio è un agnello cotto in forno con olio, aglio, salvia, rosmarino e vino bianco, servito con una crema di aglio, acciughe, aceto di vino bianco e olio.
L’agnello, cucinato in altri modi, si consuma anche in Abruzzo (arrostito), in Puglia (al forno e servito con i lambascioni, cipolline selvatiche), Sicilia e Sardegna (con le patate).
6 CAPPONE...Ripieno in Lombardia e Toscana, bollito in Umbria e Liguria, arrosto in Piemonte e Marche, il cappone è diffusissimo sulle tavole natalizie dell’Italia settentrionale e centrale.
7 CAPITONE...Con questo nome si indica la femmina dell’anguilla, di grandi dimensioni. Immancabile nel menù della Vigilia in Molise – cucinato in umido, con alloro e aglio –, in Campania e Lazio, dove nonostante il suo elevato contenuto di grassi è fritto e servito caldissimo
8 BROVADA E MUSET...Diffusa nel Friuli Venezia Giulia, è una pietanza a base di rape (le “brovade”) bianche macerate per novanta giorni nella vinaccia – la buccia dell’uva – e poi cotte con il loro liquido, alloro e con un soffritto di aglio, lardo e rosmarino. Le rape accompagnano il musetto, caratteristico cotechino friulano formato dalle parti della testa del maiale, tra cui il muso.
9 CANEDERLI...Tipici del Trentino Alto Adige, sono polpettine di pane raffermo, speck, uova, latte, farina, pancetta e salame, cotte in brodo oppure servite con burro fuso e formaggio o ragù di carne
10 I CAVOLI...Il cavolfiore è protagonista del cenone della Vigilia nel Lazio, dove è consumato in pastella, e in Campania, come ingrediente della cosiddetta “insalata di rinforzo” insieme a olive nere, capperi e “papaccelle” (peperoni piccoli sott’aceto).